Inserimento al nido, le 10 cose da fare per evitare traumi

È uno dei momenti più importanti e delicati della vita di un bambino, l’inserimento al nido deve essere un’esperienza serena . Per questo voglio darvi dei consigli sui comportamenti da adottare per rendere tutto più semplice.

Nelle strutture per la prima infanzia il mese di settembre è interamente dedicato all’inserimento dei nuovi piccoli utenti. Senza dubbio il settembre che ci accingiamo a vivere ha un sapore decisamente diverso da quello degli scorsi anni, semplicemente perché il sentimento che regna ovunque – sia tra i genitori sia tra i gestori – è quello d’incertezza per il futuro, accompagnato però dalla speranza che ci sia davvero un ritorno alla normalità. Tutto questo non deve però farci dimenticare quanto sia delicato il momento dell’inserimento di un bimbo in un nuovo contesto educativo.

Credo che la lettura di questo articolo possa supportare i genitori nell’affrontare questo importante “rito di passaggio” con la giusta serenità necessaria.

Rendere il distacco non traumatico

È risaputo, entrando al nido il bambino si ritrova in un ambiente diverso da quello familiare, con ritmi di vita diversi e soprattutto persone sconosciute. Sarà proprio cura dell’educatore fare in modo che il passaggio casa-nido sia il meno traumatico possibile.

Durante il delicato momento dell’inserimento, osservando la relazione madre-bambino e padre-bambino, l’educatore cercherà di capire qual è la modalità più opportuna per avvicinarsi a ciascuna coppia madre-padre-bambino.

Un buon ambientamento del bambino, infatti, dipende anche da un buon ambientamento del genitore, questo perché il bambino accetta solo coloro che piacciono alla sua mamma e al suo papà. Pertanto è importante che l’educatore sappia accogliere e far sentire a proprio agio non solo il bambino ma anche il genitore che in quel momento è senza dubbio “portatore sano” di preoccupazioni.

L’importanza del colloquio conoscitivo/informativo

Durante un primo colloquio individuale con i responsabili del nido – che generalmente si svolge prima dell’inserimento del bambino – si spiega ai genitori come si svolge la vita nel nido e si offrono loro tutte le indicazioni relative al come comportarsi durante l’inserimento, in modo tale che il bambino non si senta spaesato. Viene spiegato ai genitori che ogni bambino ha i suoi tempi di adattamento ai cambiamenti, e ritengo che 4 settimane possa essere considerato un tempo massimo rispettoso del bisogno di ciascun piccolo di adattarsi gradualmente al cambiamento di ambiente.
Inoltre in occasione del colloquio i genitori “raccontano” il loro bambino e le sue abitudini di vita agli educatori che così raccolgono elementi fondamentali.

Nel corso dell’inserimento, il genitore conoscerà tutti gli educatori, perché è fondamentale che la famiglia conosca tutte le persone che si occuperanno del bambino e che con lui passeranno del tempo qualitativamente significativo.

L’impatto del bambino con la nuova situazione ambientale nei primi giorni è facilitato dalla presenza contemporanea della madre, o di una figura familiare, che costituisce per il bambino una fonte di rassicurazione. Tale figura familiare rappresenta la base sicura da cui il bambino parte per l’esplorazione del nuovo ambiente, è una sicurezza emotiva necessaria alla voglia di conoscere ed accettare nuovi rapporti.

I primi giorni

Dopo un primo momento di compresenza, la madre o l’altra figura viene invitata ad allontanarsi, ricordando sempre di salutare il bambino e rassicurandolo sul suo ritorno e rientro a casa. Ne primi giorni, però, è opportuno che la figura familiare rimanga comunque a disposizione all’interno del nido, per poi gradualmente aumentare il tempo dal distacco ma sempre secondo i tempi del bambino.

L’inserimento viene fatto “a piccoli passi” e a piccoli gruppi di massimo quattro bambini per garantire loro la massima attenzione e per mantenere l’equilibrio dei bambini già presenti al nido. Questo tipo di inserimento, inoltre, permette al genitore di condividere l’esperienza con altri genitori che come lui stanno affrontando quel momento; si creano così legami con altre famiglie che portano al confronto sicuramente costruttivo.

Ovviamente alla base di un buon inserimento, la regola fondamentale rimane quella di mostrarsi tranquilli e trasmettere solo sicurezza per il nuovo percorso. Se il bambino vede nella madre una base sicura e ha acquisito una solida fiducia riuscirà infatti ad affrontare il distacco con maggiore serenità.

I “sensi di colpa” dei genitori

È fondamentale che tra i genitori e gli educatori si crei un clima di fiducia e di rispetto reciproci affinché il bambino percepisca tutto questo positivamente e si senta protetto. Se, infatti, viene a mancare questa sicurezza, nel bambino si crea solo confusione e paura e la permanenza al nido diventa fonte di sofferenza.

Spesso accade che alcuni genitori, in particolare le mamme, vivono un senso di colpa nel lasciare il bambino all’asilo nido, anziché occuparsi personalmente di lui tutto il giorno; tali sentimenti se percepiti dal bambino sono alimentati e confermano la paura di abbandono del bambino stesso. Perché il bambino non viva un sentimento di abbandono, è importante che i genitori trascorrano con lui nel migliore dei modi il tempo in cui non è al nido.

La costante presenza dei genitori dà al bambino la sicurezza nonostante il distacco, seppure temporaneo, perché mamma e papà lo andranno a prendere e saranno con lui, perché gli vogliono bene.  Per questo è consigliabile che per il primo mese di inserimento al nido, di lasciare il bambino il meno possibile solo con i nonni o con la baby-sitter dopo il tempo trascorso al nido e di cercare di stare insieme durante il weekend.

I miei 10 consigli

Per aiutare tutti i genitori nel delicato momento dell’inserimento, ecco i miei 10 consigli sui comportamenti ottimali che i genitori dovrebbero adottare per il bene del loro bambino.

1. Trasmettere fiducia e sicurezza al bambino, “ricaricandolo” affettivamente nei momenti più difficili.


2. Orientare il bambino verso l’educatore di riferimento affettivo.


3. Osservare il proprio bambino per coglierne i messaggi e rispondergli in modo adeguato nel rispetto degli accordi presi.


4. Non interferire e non prendere iniziative nei confronti degli altri bambini per non creare situazioni di gelosia al nido.


5. Non disturbare e non assumere un ruolo attivo nel gioco se non si viene direttamente coinvolti dai bambini.


6. Dopo essersi avvicinati al contesto di gioco su richiesta del proprio bambino, allontanarsi non appena lui si è concentrato sull’attività, sull’educatore e sui compagni.


7. Salutare sempre il bambino nel momento del distacco.


8. Scambiare informazioni brevi e concise con gli educatori nel momento del congedo.


9. Collaborare attivamente con gli altri genitori per preparare i materiali per la scuola e aiutare gli educatori nell’adottare eventuali strategie in specifiche situazioni.


10. Non sostare troppo in sezione dopo aver affidato il bambino all’educatrice e non tornare indietro dopo essere usciti perché ciò potrebbe provocare una nuova crisi nel bambino. Cercate di resistere la tentazione di nascondervi dietro ad un vetro per sbirciare dentro, evitando di sostare a parlare con gli altri genitori almeno nel primo periodo perché bisogna solo pensare esclusivamente all’interesse del proprio piccolo mettendo anche da parte tutto ciò che l’istinto ci spingerebbe a fare.


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