Esistono varie tipologie di gioco, diverse a seconda dell’età dei bambini a cui sono rivolti, ma tutti sono uno strumento essenziale per crescere. Vediamo come.
Stando a contatto con i bambini appare chiaro che il gioco è il modo di vivere del bambino.
Il gioco risulta essere infatti un’esperienza coinvolgente e ricca di stimoli, capace di catturare l’attenzione, attivare e motivare anche i bambini con maggiori difficoltà, accompagnandoli nell’acquisizione di conoscenze, strategie e competenze.
Alcuni studiosi mettono in luce come, la presenza di un adulto significativo, che sia in grado di interagire con il bambino, soprattutto e lavorando e guidando in maniera adeguata il gioco, possa favorire lo sviluppo cognitivo, oltre che l’equilibrio emotivo affettivo. Nel nido pertanto si attribuiscono al gioco infantile grandi potenzialità educative: il gioco è il mezzo attraverso il quale i bambini apprendono, conoscono, agiscono, si esprimono; è un’occasione sempre nuova per entrare in contatto con la realtà conoscerla e modificarla.
Nel gioco i bambini affermano la loro individualità, imparano regole e partecipano in modo attivo al processo di apprendimento. Il pedagogista svizzero Jean Piaget propone una classificazione del gioco che lega gli stati di sviluppo del gioco con quelli della maturazione cognitiva del bambino; questo significa che, in base al livello evolutivo e cognitivo raggiunto, devono essere proposte attività ludico didattiche appropriate per sviluppare determinate capacità e competenze.
Senza entrare troppo nello specifico analizzando le diverse tipologie di gioco, che secondo Piaget contribuiscono allo sviluppo dell’intelligenza, questa condizione è funzionale a comprendere come il gioco simbolico all’interno del nido consente al piccolo di entrare nel mondo del “come se”, rappresentando indubbiamente l’apogeo del gioco infantile.
Nel nido ovviamente esistono vari angoli di gioco, diversi a seconda dell’età dei bambini a cui sono rivolti; ad esempio per i medi e per i grandi troviamo l’angolo del gioco simbolico, senza dimenticare l’angolo morbido e altri materiali per le attività a tavolino come gli incastri, le costruzioni, gli animali, le macchinine, eccetera. Non dobbiamo dimenticare il materiale di gioco tratto dagli oggetti di uso comune, come ad esempio barattoli di varie dimensioni da incastrare uno dentro l’altro, oppure stoffe di diverso tipo e colore per il gioco euristico (di scoperta della proprietà dei diversi materiali).
Al di là di angoli di interesse predisposti, nell’arco della giornata ci sono momenti di gioco libero, durante l’accoglienza e dopo il pasto ad esempio, in cui il bambino può scegliere con che materiale giocare, con chi giocare e per quanto tempo e si alternano momenti di gioco strutturato in cui invece è l’educatore a proporre ai bambini una determinata tipologia di gioco.
Durante il momento di gioco, l’educatore deve però porsi in osservazione attenta per conoscere il bambino, vedere come si relaziona con gli oggetti e con gli altri e individuare eventuali difficoltà. A volte entra anche nel gioco perché richiesto dal bambino stesso mentre, a volte si pone come stimolo, conferma la distanza al fine di mediare ad esempio nel momento del conflitto, qualora i bambini non riescono a gestire da soli da situazione.
Ricollegandoci a quanto accennato sul pensiero di Piaget e pensando dunque al gioco in relazione allo sviluppo, è possibile indicare alcune funzioni del gioco stesso:
- Funzione esplorativa: il gioco è in funzione della scoperta di se attraverso le abilità sensoriali e percettive e, successivamente, attraverso lo sviluppo delle capacità simboliche.
- Funzione costruttiva: attraverso il gioco il bambino impara a fare da se, progettando azioni, sequenze di azioni, e attraverso la costruzione di relazioni con gli altri.
- Funzione comunicativa: il gioco inteso come il mezzo per condividere in modo verbale e con gli scambi sociali verso il mondo esterno. durante il gioco il bambino comunica e manifesta oppure Controlla le emozioni, aderisce al clima sociale del gruppo o se ne scosta.
- Funzione creativa e inventiva: nel gioco il bambino da libero sfogo alla fantasia e alla creatività.
Sulla base di quanto detto all’interno del nido ci saranno:
- Il gioco di manipolazione: in un primo momento i bambini si limitano ad un semplice lavoro di manipolazione per poi passare, con l’ausilio di piccoli oggetti, ad un lavoro di tipo creativo.
- Il gioco euristico: che ha lo scopo di favorire l’esplorazione di materiali diversi e stimolare la concentrazione e l’immaginazione del bambino.
- Il gioco grafico-pittorico: in questo ambito le attività proposte sono innumerevoli.
- Il gioco con l’acqua: è un’attività proposta principalmente nel periodo estivo. Il bambino inserito in un ambiente dove vengono posizionati vari oggetti di diversa capienza che possono essere utilizzati per travasare riempire e svuotare questo porta il bambino ad assimilare il concetto del pieno e del vuoto del galleggiamento e dell’affondamento e allo stesso tempo l’aiuta di essere sempre più autonomo e ad avere cura della propria igiene personale.
- Il gioco motorio: serve per sviluppare la conoscenza graduale del proprio corpo e per stimolare la comprensione dei rapporti topologico-spaziali (dentro/fuori, vicino/lontano, davanti/dietro).spesso le educatrici predispongono dei percorsi ad hoc con cerchi, tunnel, palle, eccetera.
- I giochi per comunicare: si pongono principalmente l’obiettivo dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione e vengono costantemente proposti tramite filastrocche virgole canzoncine e libri.
- Il gioco libero: è la massima espressione naturale del bambino. Sviluppa la creatività e favorisce la socializzazione tra i bambini in modo spontaneo.
- Il gioco simbolico: che permette ai bambini di riprodurre scene della vita quotidiana o di imitare la mamma o il papà.
- Il cestino dei tesori: contenente oggetti di uso comune che stimolano il bambino dal punto di vista sensoriale (chiavi, tappi, sacchetti profumati eccetera).
Questa è solo una schematizzazione semplice delle tipologie di gioco proposte all’interno del nido, e che andremo man mano ad approfondire, sulla base del progetto pedagogico, perché verranno ovviamente proposte tutta una serie di attività strutturate che non devono mai dimenticare i macro obiettivi trasversali a tutte le attività di cui parleremo successivamente.