Il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato una nuova legge sull’infanzia per un percorso unico che accompagni il bambino fino alle elementari.
Nel mondo dell’educazione l’obiettivo primario è senza dubbio il benessere del bambino, di qualsiasi età; le azioni di noi educatori e gestori di strutture che forniscono servizi tendono verso quell’obiettivo. Il mondo dell’educazione è, dunque, in continuo divenire: è proprio come un bambino, cresce, sviluppa nuovi bisogni, impara e distingue cosa è buono o cattivo. E questo avviene anche sotto l’aspetto normativo e legislativo; e non è certo un aspetto secondario o trascurabile.
Pochi giorni fa il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato una nuova legge sull’infanzia che prevede per l’asilo nido un nuovo ruolo centrale nei primi anni di vita dei bambini. Si tratta, infatti, di un unico percorso formativo, un “sistema integrato”, come è stato ufficialmente definito, che ingloberà gli asili nido e che accompagnerà il bambino fino all’ingresso alla scuola elementare.
Una legge che nella sua semplicità potrebbe rivoluzionare il sistema organizzativo, una nuova direzione attraverso cui tutto il settore dell’infanzia, dal privato sociale all’ambito pubblico, vorrebbe muoversi al fine di estendere su tutto il territorio nazionale tale importante riforma.
La novità fondamentale della legge laziale sta innanzitutto nel fatto che l’asilo nido viene finalmente e definitivamente definito un “servizio di istruzione, educazione, gioco e cura dei bambini e delle bambine” e non più un mero “servizio di assistenza sociale”. Nello stesso tempo si rende ufficiale la creazione di un unico percorso formativo 0/6 anni, ovvero dal nido fino alla scuola elementare, in un sistema integrato di servizi in cui i nidi entrano a pieno titolo a far parte dell’offerta formativa complessiva.
Il Lazio è la prima regione italiana deputata ad applicare questo decreto legislativo istituito già nel 2017, con l’obiettivo di arrivare in particolare all’abbattimento delle rette fino a rendere gratuito il servizio.
All’interno del sistema integrato di educazione e istruzione dell’infanzia, rientreranno altresì i micro-nidi e sezioni primavera che dunque fungeranno da ponte per la scuola dell’infanzia.
Ovviamente l’obiettivo generale di riuscire, gradualmente, ad abbattere i costi relativi alle rette pagate dalle famiglie per l’utilizzo di tali servizi, costituisce anche una forma di assistenzialismo verso le famiglie in condizioni di disagio socio-economico, con a carico minori disabili e bambini in affido, che godranno di priorità e non saranno così costretti a rivolgersi anche a strutture private per carenza di posti disponibili nel pubblico. I servizi saranno, infatti, gestiti dai comuni che si occuperanno delle tariffe e delle spese di gestione da parte delle famiglie.
Alla base di tale riforma vi è il decreto legislativo del 2017 che ha istituito – come più volte la Fism soprattutto pugliese ha sostenuto durante i suoi seminari di formazione e informazione rivolti ai soci e non solo – il sistema integrato di educazione e di istruzione che garantisce, a tutte le bambine ed i bambini, dalla nascita e fino ai 6 anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare diseguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali.
Altro punto fondamentale è il fatto che la nuova legge preveda la creazione di veri e propri “poli per l’infanzia” ovvero di strutture che riusciranno a riunire in un’unica sede o in edifici contigui i servizi di istruzione che vanno dagli asili nido, alle aree gioco, alla scuola per l’infanzia con veri e propri laboratori permanenti di ricerca, innovazione, con una forte apertura al territorio.
È inoltre prevista l’implementazione di svariati servizi sperimentali, tra cui l’outdoor education, ovvero un modello di educazione complementare al quello tradizionale che prevede un ampio impiego di strutture come le fattorie didattiche, agriturismi, parchi e riserve naturali e spazi esterni immersi nel verde. Tutto questo comporta, dal punto di vista pedagogico, la possibilità per il bambino di esplorare il mondo esterno in modo sicuro e controllato, vivendo una completa esperienza che gli permetta di sviluppare e affinare i sensi.
Dal nostro punto di vista, quello dei gestori e degli educatori, non possiamo che accogliere positivamente questa nuova normativa, che nel Lazio è diventata realtà, e anzi auspichiamo che ben presto sia in vigore anche nel resto del territorio italiano.